di Laura Guerra
Durante il lockdown la sua formula I Tigli a Casa con la pizze spedite in tutt’Italia è stato il simbolo di una volontà di cogliere un’opportunità da una difficoltà. Simone Padoan è figlio di quel Veneto che ha tante volte dimostrato che alle prove della storia si reagisce con il lavoro sodo. Ultimo di 9 figli, conserva il ricordo di un’infanzia ricca di attenzioni profonde, essenziali, vere e senza fronzoli, soprattutto senza oggetti status da esibire.
Premio Pizzaiolo dell’Anno 2020 – LATTERIA SORRENTINA AWARD e 3° posto con I Tigli nella Classifica Italia di 50 Top Pizza, si sofferma volentieri sul significato che ha avuto per lui questo tempo.
“Il 2020 – racconta – è un anno strano e difficile, l’emergenza sanitaria ci ha obbligati ad andare al senso delle cose, ci fa vivere la realtà in chiave diversa, ci ha fatto accelerare i processi. Nel nostro caso abbiamo incrementato l’e-commerce, un’idea che già avevamo che abbiamo avuto il tempo di perfezionare e di proporre con la linea I Tigli a Casa: un box con basi pronte da rigenerare in forno e i topping da completare ai fornelli di casa. Abbiamo spedito in tutta Italia e abbiamo ricevuto commenti positivi e lusinghieri. Ci mandano le foto per farci vedere l’impiattamento, tutti cercano di fare come facciamo noi. Per me è una bella forma di rispetto, ne sono contento perché credo molto in questo progetto che avrà un suo futuro indipendentemente dal Covid-19”.
Al momento della premiazione, in collegamento da remoto durante la finale di 50 TopPizza ha commentato così:
“Posso descrivere in tre parole quello che sento: onorato, dispiaciuto e speranzoso.
Onorato per un riconoscimento così importante.
Dispiaciuto, perché mi manca ritrovare e poter stare assieme a tutti gli amici e colleghi durante un momento così atteso.
Speranzoso per il futuro, perché questa situazione passi in fretta e che si possa tornare alla normalità il più velocemente possibile”.
Una normalità frutto dei cambiamenti che abbiamo dovuto accogliere guardando all’essenziale delle cose, dentro e fuori la pizzeria. La famiglia per esempio.
“Con tutta l’evoluzione del nostro tempo, la famiglia durante il lockdown, si è rivelata una sicurezza e un valore che forse davamo un po’ per scontato. Nel mio caso io vengo da una famiglia molto numerosa, tirata su in un periodo in cui si cresceva con meno pressioni consumistiche di oggi. Non mi è mai mancato nulla ma certo non si facevano sprechi. Crescere in quel modo per me ha sempre avuto un valore fondamentale che cerco di trasferire anche nella famiglia ampia che vivo. Anche in questo ambito siamo chiamati a vivere il cambiamento quando le relazioni amorose si interrompono, ne nascono altre e gli affetti si allargano. Nel mio caso non esagero quando dico che ai figli della mia ex moglie e del suo compagno, voglio bene quanto a figli miei”.
“Le crisi globali o personali arrivano senza preavviso – conclude – quello che possiamo fare è non farci spaventare ma assecondare il cambiamento seguendo la linea pensieri – progetti – azioni”.