Il nome di questa location, punto di riferimento ai Colli Portuensi, nasce da un omaggio a Stefano Benni. Di pane e di pizza c’è tanto come l’imbarazzo della scelta, di tempesta c’è quella sensoriale: una volta dentro la prima onda che ti assale è visiva e olfattiva, le papille gustative già vibrano. Poi il tatto, l’impasto è quasi seta una volta accarezzato dai polpastrelli. Infine la burrasca degustativa mentre il palato affonda tra verdure, latticini e pomodoro cucinati e scelti con sensibilità. Vengono utilizzate farine biologiche e farro monococco. Accanto alle proposte tradizionali ce se sono anche di fantasiose. Buona la proposta di birre artigianali sopra la media dei fornai.