Al telefono rispondono “Qui Tony’s…”. L’ubicazione è quella di sempre, alla periferia nord-est della città. L’insegna anche. Ma la più napoletana tra le pizzerie di Vicenza – rinnovata un paio di anni fa – è entrata in un piccolo network (Il Giglio, al numero 2) e si è fatta diversa. Stessi pochi tavoli: preziosi quelli esterni in stagione di distanziamento. Stessa natura popolare. Stessa cordialità di pizzaiolo e personale, compreso il nuovo “ragazzo” pronto a partire per le consegne a domicilio. Ma la carta delle pizze – alte, cornicionate, partenopee, sempre buone – moltiplica l’offerta rispetto al passato, le birre da scegliere salgono a 10 e ci sono cose da ristorantino, con il “cuoppo” di pesce sempre presente. Tony’s Pizza ha ora più sezioni nel menù, che è lo stesso degli altri tre “Gigli” del Vicentino. E le “creative” utilizzano ingredienti di fama: bufala Dop, ‘nduja, ventricina, pistacchio di Bronte, pomodorini del Piennolo, lardo di Colonnata, olive taggiasche.