di Antonella Amodio
Quello del barocco siciliano è un periodo culturale ed artistico esistito a partire del XVII secolo e caratterizzato da un accentuato senso cromatico e scenografico. Un omaggio alla bellezza delle manifestazioni artistiche che hanno in Sicilia capolavori incredibili, la cui più compiuta illustrazione si trova nella città di Noto. Ma la terra sicula è piena di testimonianze artistiche di quel periodo e Acireale, per esempio, situata alle falde dell’Etna, ne conta diversi esemplari sparsi per la città, con una concentrazione nell’area del centro storico intorno a piazza Duomo, con il Duomo stesso come esemplare.
In piazza Mazzini, proprio alle spalle della Cattedrale, la pizzeria Frumento aggiunge il proprio tassello di eccellenza alla già famosa Acireale, conosciuta anche per il folcloristico e antico Carnevale.
Emanuele Serpa e Federica Lazzaro, compagni nella vita e soci in pizzeria, hanno rivoluzionato l’idea di pizza in Sicilia, creando in poco tempo un locale con proposta gastronomica ispirata al fine dining, alla quale nessun appassionato dell’arte bianca può sottrarsi.
Non a caso nell’edizione 2020 della classifica delle migliori pizzerie d’Italia di 50 Top Pizza, Frumento di Acireale ha conquistato il 31° posto e si è aggiudicato il prestigioso titolo Migliore Proposta dei Fritti 2020 – OLITALIA AWARD.
Come ci sono riusciti Federica ed Emanuele? Con la passione e la ricerca, due elementi vincenti in qualsiasi campo, specie poi se si tratta di gastronomia, dove sperimentare, verificare e gustare sono esperienze che trovano seguaci in tutto il pianeta, con un andamento assolutamente in crescita, visto che il cibo è cultura. Chiudono il cerchio delle ragioni che hanno portato all’affermazione del locale la bella ambientazione, in un palazzo classico del primo Novecento, il comfort e il servizio efficiente.
Il menù di Frumento ha ispirazioni raffinate, ed è caratterizzato dall’impiego di ingredienti di provenienza siciliana, biotipi locali e di filiera possibilmente corta, ma si apre anche a materie prime di alto livello che arrivano dalla terra ferma e dall’estero, come ci spiega Emanuele Serpa: “vogliamo che la sosta nella nostra pizzeria lasci una traccia nella memoria di chi si ferma, iniziando proprio dalla scelta accurata delle farine che compongono gli impasti, che vedono quella di Russello, molita a pietra, poi quella ottenuta con grano khorasan, ricco di proteine e selenio, oppure la farina ìntegra e salutare ottenuta dal farro monococco, giusto per citarne qualcuna. La nostra pizza – continua Emanuele – prende spunto dalla tradizione napoletana pur presentandosi in stile contemporaneo, almeno per quella preparata con farina bianca, con bordo medio alto e base sottile e scioglievole. Nessun blend di farine, per gli impasti. La pizza ha grande digeribilità, grazie alla perfetta lavorazione che combina elementi diversi rendendo l’impasto leggero e idratato”.
Dallo studio degli ingredienti per i topping arriva il tocco finale: “Siamo io e Federica a sperimentare le combinazioni, testando e trovando nei diversi ingredienti quell’equilibrio che, al morso, si tramuta in armonia. Di norma prevediamo pochi elementi. Semplicità ed essenzialità innanzitutto”.
Il menù conta ben 40 proposte di pizze, di cui il 60% rimane fisso e il resto si adegua alla stagionalità. Tra le pizze più richieste, oltre alla San Marzano (con mozzarella di bufala di Paestum), si trova la Mazara, che ha due soli ingredienti fondamentali: il gambero di Mazara e la polpa di riccio, il tutto abbinato ad una verdura amara.
La ricerca e l’attenzione si estendono anche ad altre preparazioni, come i fritti. Emanuele e Federica li propongono a regola d’arte: leggeri e non unti, seguendo regole fondamentali per ottenere una frittura perfetta, come la scelta dell’olio, la giusta consistenza della panatura e la corretta temperatura di cottura. Hanno creato ricette che si fanno apprezzare per il gusto e per il richiamo alla cucina popolare e di strada, presentate nella versione odierna senza svilire la tipicità. È diventato un must il crocchè di patata schiacciata con prosciutto e formaggio ragusano, che – a detta di chi lo ha assaggiato – fa…. accapponare la pelle. Così per l’arancino vegetariano, preparato con il cavolo trunzu di Acireale (Presidio Slow Food) con l’aggiunta di formaggio, o il ragusano in carrozza, con miele e mandorle e l’immancabile fiore di zucca in tempura con cacio affumicato e filetto di acciuga di Sciacca. Un mix di bontà dove non manca la classica frittura di pesce azzurro freschissimo, come le alici.
Quello di Frumento è un progetto di assoluta qualità, che non si ferma al cibo, ma continua con una proposta di vini ampia, che conta circa 100 etichette, selezionate per essere accostate all’offerta gastronomica che diventa fonte di ispirazione per gli abbinamenti.
Da bere anche aranciata e limonata fatte al momento con gli estratti naturali di agrumi biologici e – non ultimo – una drink list anch’essa stagionale, a cura del bartender Domenico Cosentino, che crea cocktail e appetizer molto personali, con materie prime siciliane, senza trascurare i grandi classici della mixology.
Ai dolci lavora l’esperta mano di Federica, che prima di partecipare al progetto Frumento con Emanuele era una abile maitre chocolatier.
Una proposta cosmopolita, quella di Frumento, alla cui base stanno tanta ricerca, apertura mentale, talento e passione. E’ come se la ricchezza architettonica delle facciate dei palazzi di Acireale trovasse riscontro nell’avanzata proposta gastronomica di Emanuele e Federica, che nasce non solo dalla passione ma anche della voglia di rendere autentica e unica la pizza Frumento.