di Antonella Amodio
Noi italiani teniamo alla famiglia in modo particolare, almeno leggendo le indagini che la indicano come il nostro riferimento più importante. Sta di fatto che la famiglia continua ad essere percepita come un punto di appoggio, un ambiente sicuro, nonostante le trasformazioni sociali degli ultimi tempi. Persino nella “modern family” si continuano a tramandare le tradizioni di casa, intese come chiavi di interpretazione della parte più privata della propria esperienza.
Da un punto di vista imprenditoriale, è la ristorazione uno degli ambiti esemplari nei quali il “mestiere”, trasmesso attraverso il succedersi delle generazioni familiari, genera un plusvalore impagabile, fatto di innovazioni e successi che danno concretezza ai progetti.
Pasqualino Rossi attesta, con un certo orgoglio, che il successo della Pizzeria Elite non è dovuto solo alla sua pizza, ma anche alla presenza e alla partecipazione della famiglia, che costituisce la forza dell’attività. Sì, perché nell’attività è impegnata proprio tutta la famiglia: la madre, il padre, il fratello, e – come supporto soprattutto morale e sentimentale – anche la moglie e la cognata. A questo generale coinvolgimento dei familiari si deve l’affermazione del locale, che esalta la trasmissione della tradizione e dei valori legati alla pizza, partendo dalla nonna che -nel lontano 1927 – proprio con l’appoggio dei familiari aprì un bar, trasformato poi nell’attuale pizzeria.
Ad Alvignano, nell’Alto Casertano, tra paesaggi verdi e montagne innevate d’inverno e rigogliose d’estate, la pizzeria Elite di Pasqualino Rossi si impone dal 1996 per rigore e autenticità, facendosi non solo punto di riferimento della “cultura gastronomica” legata alla pizza, come il recupero della “pizza nel ruoto”, ma anche testimone della cucina del territorio, senza però rimanere ingabbiata nel passato, pur mantenendo fedeltà assoluta all’impiego di ingredienti locali.
La famiglia Rossi dimostra – nella gestione della pizzeria – una armonia rara, che si traduce in qualità. La squadra è capitanata da mamma Rita, che ha contagiato tutti con la sua passione per la cucina. E’ lei che prepara alcuni piatti, come la parmigiana di melanzane, la pasta patate e provola e i fritti, avendo una certa predilezione per le ricette antiche unita alla capacità di metterle in pratica. Mimì, il papà, è l’assaggiatore ufficiale di casa. Quando c’è un nuovo piatto da inserire in carta, questo passa per il suo palato, prima di essere condiviso da tutta la famiglia. Inoltre, cosa non secondaria, funge da jolly, figura che tutti vorrebbero avere in un locale, per affrontare qualsiasi emergenza. Gianluca Rossi è il responsabile della sala, nonché direttore del personale. Si occupa inoltre delle pubbliche relazioni e dell’accoglienza. E’ anche l’ideatore della carta dei vini, costruita insieme con Pasqualino, anch’egli appassionato. Una sinergia non da poco.
Ma che cosa rende davvero speciale la famiglia Rossi? La fortuna di condividere tutti lo stesso concetto di ristorazione, senza creare divergenze e andando oltre la cultura del cibo stesso, tanto che le comuni intenzioni si riverberano anche sul benessere della clientela. Questo dimostra come saper lavorare insieme si traduca in termini di successo aziendale.
I Rossi rappresentano una sorta di team working, dove – con una procedura meticolosa ma abituale – si raccolgono i vari punti di vista nell’operatività quotidiana, infondendo tranquillità nei diversi ruoli svolti, senza lasciare spazio a contrasti irrisolti. Inoltre, ogni componente della famiglia impegnato nella pizzeria Elite alimenta il know-how dell’impresa, aumentando così, naturalmente e senza sforzo, il valore dell’attività che porta ad un concreto raggiungimento degli obiettivi. Un lavoro di squadra saldo, dunque, con compiti ben distribuiti, dove tutti fanno la loro parte garantendo stabilità nell’orientamento a lungo termine. Nessuna sovrapposizione: Pasqualino è al banco e al forno, e la riuscita delle sue pizze sta anche nella sicurezza e nella serenità che a collaborare sono persone affidabili.
E’ una fortuna vivere e lavorare in uno spazio felice, dove si riuniscono famiglia e passione professionale. Se uno svantaggio c’è, sta forse nel ritrovarsi molto spesso a parlare di lavoro, a confrontarsi, anche durante le pause o i pranzi in casa. Essendo tutti coinvolti, il lavoro – che è innanzitutto passione – diventa naturalmente un “affare di famiglia”.