Mentre imparava l’arte della pizza a Napoli, Lee Yung Woo, per semplicità e in segno di amicizia si faceva chiamare Giulio. Rientrato a Seoul, ammacca, stende, condisce, cuoce e serve le sue pizze e tutti lo conoscono con il nome italiano.
Il suo locale, al secondo piano di un moderno edificio, è caldo ed accogliente con sale luminose e arredate con tanti simboli della città partenopea, dalla tombola ai portafortuna, da Maradona al Vesuvio, dai film alle canzoni.
La pizza è “semplicemente” napoletana in stile contemporaneo: alta e soffice, con il disco di pasta leggero e ben lievitato e un bel cornicione pronunciato, è cotta in forno a legna e, seguendo le abitudini orientali, viene servita a spicchi. La margherita è davvero molto buona almeno quanto la marinara che va assaggiata assolutamente. Molto apprezzati anche i calzoni ripieni. Il servizio è ritmato e gentile.