Atmosfera calda e confortevole, luci e tavoli di diverse forme e materiali, vetri all’inglese, il porticato e il fresco giardino sui colli, le luminarie e il colore bianco dai mille riflessi. Intrigano i fritti, per ingannare l’attesa: acciughe, mozzarella in carrozza, melanzane, o il platano, omaggio ai ragazzi sudamericani che attendono con gentilezza al servizio. Contaminazioni. Slow Food c’è e si vede, sin dalla carta, presentata come un quotidiano ricco di informazioni. Materie prime di qualità, quindi, molti presidi e pizze decisamente gradevoli, di ottima amalgama al centro, un po’ discontinue nel cornicione, comunque fragranti e digeribili. Bella e corretta la Margherita, intrigante la Citrus con pane di limone, di spessore la Salsiccia e friarielli. Dolci sempre curati, importante scelta di birre, vini meno presenti ma con etichette locali non banali, il caffè servito nei bicchieri con piattini dai caldi disegni mediterranei. Perché i dettagli spesso fanno la differenza. Foto FB