di Albert Sapere
Il mondo della pizza è stato messo letteralmente in ginocchio dalla crisi del CoVid 19. La chiusura delle pizzerie è stata una scelta giusta ma dolorosa, anche perché proprio la pizza negli ultimi anni è diventata il motore dell’agroalimentare italiano, con una crescita in termini di qualità senza paragoni.
Ma c’è chi, rispettando i termini del DPCM 8 Marzo 2020 n. 6 e DPCM 9 Marzo 2020, n. 11. si organizza per fornire un servizio, come è successo in Sicilia.
La Braciera a Palermo, 41° classificata per 50 Top Pizza 2019, e Frumento ad Acireale, 39° classificata per 50 Top Pizza 2019, hanno chiuso al pubblico, ma continueranno a portare le pizze ai propri clienti. Proprio la Sicilia è una delle regioni più vivaci in questo momento legate al mondo della pizza in termini di qualità.
Acireale e i comuni limitrofi potranno usufruire del servizio di asporto per la pizza, nonostante la chiusura al pubblico del locale. Ad annunciarlo è Emanuele Serpa, titolare della pizzeria, attraverso i propri social:
“Con l’approvazione e il sostegno dell’amministrazione del comune di Acireale abbiamo, però, deciso di non fermarci e continuare a lavorare per te. Vogliamo apportare il nostro contributo offrendoti quello che sappiamo fare meglio: LA PIZZA. La pizza sarà sempre la stessa ma la potrai ordinare comodamente da casa tua grazie al nostro SERVIZIO A DOMICILIO GRATUITO ad Acireale e nei comuni limitrofi. Resta a casa, chiama lo 095 601496 e non rinunciare alla tua pizza preferita. Saremo disponibili dalle 18.45 alle 23.00”.
Molto preoccupato per la situazione è Antonio Cottone presidente dell’associazione pubblici esercizi – Fipe di Confcommercio Palermo, che riunisce ristoranti, pizzerie, bar, locali della movida e del food & beverage, proprietario della pizzeria La Braciera a Palermo insieme ai fratelli Roberto e Marcello.
“Per la nostra attività, La Braciera, metteremo in ferie i dipendenti, tranne i pizzaioli. Per fortuna il delivery ci aiuta e ci dà ossigeno. Almeno per gli affitti, le spese e le utenze. Oltre al nostro servizio a domicilio, ci appoggiamo a SocialFood Palermo. Alcuni miei ragazzi, che lavorano part time, li daremo in prestito proprio a SocialFood, cercando di dare loro una mano. Una Palermo che, anche attraverso i servizi di delivery, prova a reagire alla crisi nel miglior modo possibile. Ci stiamo difendendo con il delivery, cioè con le consegne a domicilio – prosegue – anche se questo mezzo è più alla portata delle pizzerie e delle burgherie per esempio. Per i ristoranti è più complesso”.
Ben fatto è sempre meglio di ben detto.