di Laura Guerra
Marco Quintili ha voluto portare la pizza di alta qualità fin dentro i quartieri popolari della Capitale. “Perché non avrei dovuto?” si chiede. “Ovunque si ha diritto alle cose buone”.
Quando ha aperto a Tor Bella Monaca, periferia urbana contemporanea vittima di tutti i pregiudizi di ogni quartiere prolungamento delle città e contenitore di pressione abitativa e disagio sociale, le voci che davano fiato alle perplessità si sono levate da più parti.
Ma lui che è arrivato da Caserta e vive a Torre Angela, non si è lasciato scoraggiare e ci ha creduto. Ci ha creduto partendo dalle risorse, la prima che lo ha colpito è stato lo spazio. Si sa, nelle pizzerie tradizionali dei centri storici ci si scontra con questa esigenza, se invece progetti un locale fuori città puoi spaziare immaginando soluzioni d’arredo e di design che danno più comfort al cliente e a chi ci lavora. In più i tuoi ospiti – e i fornitori – non hanno problemi di parcheggio.
In una zona “difficile” poi un locale come IQuintili, diventa occasione di sviluppo, perché una cosa bella può migliorare e far cambiare di segno tutto quel che c’è intorno.
Molte delle persone che ci lavorano è gente del quartiere, i clienti arrivano da ogni parte della Capitale e certo i più non avrebbero mai pensato di andarci per mangiare una pizza gourmet. E anche se chi abita lì non ci va (ancora) il locale ha creato un movimento positivo di cui Marco è molto fiero.
Vincitore del premio Pizzeria Novità dell’Anno 2020 – SOLANIA AWARD, per 50 Top Pizza e 18° posto nella Classifica Italia 2020, si sofferma sul significato della parola novità in pizzeria.
“La pizza si fa da sempre, la sfida più grande è continuare a farla cambiando senza cambiarla, è una cosa che sembra difficile; per me significa approfondire molto la conoscenza delle materie prime, di rispettarle e di mettere sulla pizza, che parte da un panetto di 240 grammi, il risultato del mio studio”.
La ricerca è continua, infatti propone almeno 2 pizze nuove al mese, testa il gradimento dei clienti e se funzionano le mette in menu.
Spazia dai fritti tipicamente romani a quelli napoletani, dalle pizze classiche a quelle gastronomiche con abbinamenti che richiamano ricordi e memorie gustative d’infanzia come l’incursione in terra maremmana con la crocchetta con spuma di burro ricordo di suo padre Vincenzo, originario di Scansano che gli preparava le tartine burro, acciughe, aglio e prezzemolo.
Una creatività generosa che esprime anche in una seconda sede in zona Furio Camillo e una prossima apertura, prevista per metà ottobre, a Napoli alla Riviera di Chiaia.