Prossima destin(o)azione Termeno sulla Strada del Vino – provincia di Bolzano – con un bagaglio colmo di sapori, esperienze e prodotti abruzzesi. Da metà luglio Marzia Buzzanca guiderà la cucina dell’Hofstätter Garten, ristorante e winebar con cantina dell’omonima tenuta coltivata a gewürztraminer a perdita d’occhio. Qui proporrà una pizza con lo speck, sciroppo di pino mugo ed arancia in omaggio al territorio che sta per diventare casa sua.
Ed era proprio destino che, l’andare della sua vita segnata da continue ripartenze, la portasse, in questo momento di decisa maturità professionale e personale, in un posto che ha nella cultura del vino il segno di un’identità indicata nella definizione amministrativa. Lei, cuoca, pizzaiola, sommelier, una figlia enologa, qui intreccerà sapienze e passioni, impasti ed ingredienti. Chiusa l’esperienza di Percorsi di Gusto, porterà l’Aquila nel cuore e a tavola proponendo piatti e pizze con materie prime abruzzesi ma anche valorizzando la tradizione gastronomica altoatesina. Lo farà servendo lo stracotto di cervo al pinot nero accompagnato con salsa bolzanina o lo strudel di mele servito con una crema allo zafferano.
Prepara il trasferimento pensando a quanto potrà dare ai clienti che incontrerà fra le montagne altoatesine, fra quelle atmosfere che ha conosciuto e apprezzato quando ha lavorato a Canazei. Portare dentro una cantina prestigiosa il talento sviluppato in cucina, al banco pizza, in sala le dà la carica e l’entusiasmo giusti per vivere con pienezza questa nuova avventura. Pronta a portare la sua pizza in un contesto nuovo, lo farà con la raffinatezza frutto di anni di esperienze diverse.
“La pizza – dice – è popolare, arriva con semplicità a tutti, porta storie di territori diversi, io che l’ho perfezionata da Simone Padoan, ammiro tanto i pizzaioli della tradizione napoletana e romana e sono convinta che le differenze la rendono ancora più universale e le differenze arricchiscono tutti. Non serve a niente rivendicare il timbro di “vera pizza”. C’è una cosa in cui credo molto: i territori e i prodotti danno identità al lavoro di noi cuochi, chef, pizzaioli ma non dobbiamo dimenticare mai che apparteniamo tutti allo stesso Stivale”.
Quel che intende è ben chiaro nel suo menu, margherita certo ma tante altre pizze che raccontano l’Italia e le sue vie, ad esempio c’è
la Vitel tonné Via XX settembre, e la Via Tre Spighe con mortadella al pistacchio. Ogni preparazione è abbinata ad una strada e la strada è movimento, curiosità, apertura al nuovo. E’ anche memoria di infanzia ne “La focaccia casalinga: Via Sciaragazzali – Tripoli” omaggio al padre e alla via dove abitava in Libia, paese dove è nata e che ha lasciato a 7 anni quando Gheddafi, preso il potere, ordinò la cacciata degli italiani. La sua fu l’ultima famiglia a lasciare quella terra e Marzia ebbe da quel momento due strade davanti a sé: il rimpiangere l’infanzia perduta o ricomporre con l’esperienza l’emozione di quello strappo. Oggi che è adulta quel mood lo ripropone nei suoi piatti riannodando sapori di spezie dai colori dell’oro e del rame. A partire da quel viaggio imposto, preparare da mangiare, è stato ed è il suo modo di raccontare le storie attraversate ma anche tutte quelle ancora da vivere.
di Laura Guerra