di Barbara Guerra
L’emergenza legata al coronavirus è un fenomeno globale che porta con sé tantissime difficoltà per il comparto ristorativo a qualsiasi latitudine. La quarantena ha imposto doverose chiusure forzate, spesso anticipate dai proprietari dei ristoranti per mettere in sicurezza i dipendenti e per rispondere una crisi della domanda nettamente percepibile prima ancora del lock down.
Il delivery è l’unica soluzione in gran parte del mondo. Spesso però lascia dei margini ridotti al ristoratore creando comunque un problema nella gestione della struttura dei costi. Arriva da un emblema della ristorazione italiana nel sud est asiatico “Peppina”, tra le migliori 10 pizzerie in Asia per il nostro ranking internazionale, una risposta rapida e creativa.
Vedendosi come altri solidi ristoranti di Bangkok calare drasticamente gli incassi nell’arco di una notte ha contribuito alla creazione di un sistema autonomo di consegna basato anche sul passaparola e sul senso di coesione sempre vivo fra tutti gli chef in Thailandia, non solo italiani, in cui i margini per il ristorante vengono salvaguardati.
Troveremo nell’offerta di questa nuova piattaforma tanti ristoranti anche molto diversi tra loro. La comunità ristorativa italiana in generale sta rispondendo con azioni di grande solidarietà, comprendendo che solo restando uniti si può tentare di mantenere una domanda capace quanto meno di non far fallire da un giorno all’altro le aziende. Un tentativo per non restare con le mani in mano.
Ce lo conferma Filippo Cassabgi, tra i capi panel internazionali di 50 Top Pizza, che proprio nella capitale Thailandese vive da otto anni: “Peppina, icona della vera pizza napoletana in Asia, è stato sicuro un motore trainante, dimostrando una grande capacità di reagire a questa crisi che ha colpito tutta l’l’industra del food Thailandia con un lock down di tutte le attività ristorative in citta fino al prossimo 30 aprile. In generale quello che viene fuori osservando il settore della ristorazione a Bangkok è un grande senso di comunità e la capacità di supportarsi a vicenda in tutti i modi possibili e questo include anche i social. E’ bello vedere chefs e ristoratori come Paolo Vitaletti (PEPPINA), Tim Butler (EAT ME) Dylan Jones (BO.LA.N), Francesco Lenzi (Lenzi Tuscan Kitchen) sopportarsi a vicenda e che ordinano a casa i piatti di altri e si taggano a vicenda supportati anche dai food media locali che stanno facendo un grandissimo lavoro per sostenere l’industria gastronomica in questo momento di crisi. In particolare la comunità dei ristoratori in Thailandia sembra molto unita in questo momento come lo è sempre stata anche in passato”.
Un esempio ispirante che ci ha colpito, arriva dunque da una città che ama tantissimo la pizza e la cucina italiana.
Paolo Vitaletti è il fondatore di Peppina che dal 2014 offre una Verace Pizza Napoletana in Thailandia con cinque sedi nella sola capitale. Una rete logistica messa a punto negli anni gli consente di ricevere prodotti dall’Italia e proporre così una cucina autentica. Rappresenta un faro di italianità e un vero ambasciatore dei prodotti agroalimentari del Bel Paese ed oggi è anche un esempio di positività e coraggio!